29 Settembre 2024

Liberodicalciare

Spalti on the road

Volevo solo emozionarmi ancora…

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Sono passati diversi giorni dal mio ultimo pezzo, e così ritrovo un pò per caso la forza per scrivere due righe…non so esattamente cosa scrivere, mi trovo nella posizione che vorrei ma non so…vorrei buttare giù alcune sensazioni provate qua è là guardando le ultime partite disputate tra Premier League e Serie A. Il mio West Ham alla fine si è salvato, una stagione travagliata, difficile, con una prima parte che ci aveva illuso, tutti quanti, poi una volta a metà strada siamo ripiombati vicino al baratro, ed infine alcune buone prestazioni hanno risollevato la squadra e abbiamo lasciato 3 Club ( Norwich,Watford, Bournemounth) verso l’inferno, che poi tanto inferno non lo è la Championship, anzi … è stato un campionato entusiasmante, fino alla fine, con il Leeds di Bielsa e il West Bromwich di Bilic a farla da padroni. Per il Terzo posto se la giocheranno il Brenford, Swansea, Fulham e Cardiff. Ma la cosa strana è che il mio amore per il Football inglese è nato proprio dal pubblico, da quel meraviglioso muro dietro la porta, quel coro incessante, ondeggiante, che sapeva tanto di malinconico, proprio come le giornate uggiose britanniche, quelle giornate dove la maggior parte della gente si rifugia dentro i pub a bere e a chiacchierare e …a parlare di football, delle squadre. Tutto questo mi manca, mi manca la trasferta, la voglia di stare in mezzo alla stand, nelle terraces, ad osservare il flusso naturale della gente, mi mancano i suoi colori, la lingua, lo sguardo di chi gioisce o di chi si sente addosso le pene dell’inferno per un gol subito o per una giocata sbagliata. Mi manca il salire il gradone di cemento che porta dentro lo stadio, quell’odore infinito di cipolla e fritto, di hamburger, con le salse che molte o più delle volte ti saltano addosso come avvertirti che oggi vivrai una giornata senza pensieri.

In questi giorni pensavo… magari una bella trasferta a Manchester ci starebbe, o magari meglio andare a Sheffield, o chissà, magari a Leeds, o ritornare a Liverpool, già Liverpool, una delle più belle trasferte mai fatte, Anfield, e il Goodison Park divisi dal Stanley Park, l’andare tutti insieme verso lo stadio, che belle sensazioni, la polizia a cavallo, la gente, le famiglie, i nonni con i nipoti, le magliette, ahhhh come mi mancano queste belle sensazioni.

Liverpool, Stanley Park

Magari un giorno ritorneremo a cantare e a divertirci come se non ci fosse un domani, chissà, si vedrà. Certo, ritorniamo un pochino indietro… adesso il Muro dietro la porta, che si agita come il Mare in tempesta (descritto nel mio libro “la stanza dei sogni”) è vuoto, non c’è calore, non c’è passione, in alcuni stadi hanno riempito la stand con dei cartoncini, persone, tifosi, finti, che tristezza, e anche la musica con i cori proprio mi rattrista tantissimo, ma è così che vanno le cose, di positivo e che si sentono le voci, come raccontavo qualche tempo fa, le voci, le voci sono uguali per tutti i campi, stranieri e non, professionisti o giovanili, è uguale, come la voce dei Mister, mi sono immedesimato… alla fine non è molto diverso, si aiuta come si può, si parla, si suggerisce, meglio in positivo se si può, questo ho imparato in questo anno di stop, ho visto tanti modi di gestire dalla panchina, alla fine mi è piaciuto molto di più il pensare positivo, su questo non c’è dubbio.

Nella nostra Serie A, alcuni verdetti sono arrivati alla penultima giornata, Juve campione d’Italia per la 36sima volta, la nona consecutiva, mi girano un pò quando sento il popolo Juventino che parla di 38…. la storia dice un’altra cosa, oltre alle vittorie bisogna anche accettare i verdetti contro e negativi se ci sono. Lo dico io che che il mio cuore rossonero risente ancora delle ferite profonde degli anni ’80. Inter, Lazio e Atalanta si giocheranno la piazza d’onore dietro i bianconeri, ma il trio approderà in Champions League….però com’era bello quando si chiamava Coppa dei Campioni, e c’era lo scontro diretto, ma poi il denaro, gli sponsor hanno cambiato tutto quanto, la Coppa delle Coppe con le vincitrici delle coppe nazionali a giocarsela fino alla fine, e la Coppa Uefa, che adesso si chiama Europa League…con 5.000 club iscritti, preliminari, che a me ricordano tanto la prima fase amorosa… seconda fase,gironi,ecc ecc…anche qua, il denaro conta. Nella parte bassa della classifica, la Spal e il Brescia hanno già lasciato la massima serie, per l’ultimo posto se la giocheranno il Lecce e il Genoa, una delle due saluterà e addio ai sogni di gloria.

Detto questo, vorrei aggiungere che è proprio così, il “Calcio senza tifosi non è niente”… provate a chiedere a un giocatore se preferisce giocare con il pubblico, o senza, provate a chiedere se il tifo, l’incitamento, i cori, il muro, l’onda, conta o non conta, avete presente gli errori grossolani che alcuni giocatori commettono in questa fase senza tifo, ecco per me è prorio questo, il pubblico ti aiuta a stare in campana per tantissimi minuti, se sbagli te li senti addosso, se fai qualcosa di bello, di grande ti spingono oltre, ti amano, ti aiutano, senza sei rilassato, poco stimolato, fai errori, che non faresti con lo stadio pieno. Ma prima o poi tutto questo passerà, lo spero, ne sono sicuro, prima o poi i campi di periferia si riempiranno di ragazzini in pantaloncini corti, il pallone riprenderà a scorrere negli oratori, nei campi delle nostre città, dei nostri paesi, non vedo l’ora, magari con il mio quaderno sotto braccio mi affaccerò su questi campi a raccogliere le mie emozioni, e chissà, magari… come quella volta che presi al volo il pallone e senza pensarci due volte lo calciai in alto verso il sole…

La Bombonera, la ‘casa’ del Boca Juniors, e la 12.

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