The Class of ’92 (il valore del settore giovanile nel calcio)
4 min readParto da lontano….prima della vittoria del Bayern contro il Psg nella finale di Champions.
Ma qualcuno ha comunicato allo Shakhtar Donetsk che per segnare bisogna andare verso la porta avversaria?!?!? Comunque bella è convinta l’Inter , idee precise e squadra sul piede di guerra. Spero in una finale Champions tra il Bayern e il PSG … perché se vogliamo far diventare grandi il Lione e il Lipsia allora qualcosa non torna! Facciamo un passo in dietro … il Barca? Se preso una scoppola che durerà nel tempo… il City?, forse un po’ presuntuosi, ma che occasione persa, Sterling piangerà ancora adesso per il gol mangiato!!!! E se facciamo ancora più un passo indietro e pensiamo alla classe of ‘92 del Man United al valore aggiunto, fondamentale del vivaio delle società mi rendo conto che a livello amatoriale o giù x li … sarebbe, dovrebbe essere il punto fermo di ogni società sportiva, far crescere i propri giovani con il valore della maglia, del club, dei tifosi, del luogo, far sì che un giovane arrivi in prima squadra pronto a tutto, pronto a difendere i propri colori… e se noi abbiamo paura di lanciare i ragazzi in 3/2/1/categoria, promozione ecc ecc …allora dove vogliamo andare ?!?!? Dimenticavo… Federico, visto il tuo mi piace, la Dea… si vedeva che erano in riserva, io sarei andato contro il mio credo calcistico e non avrei più pressato la davanti ma avrei difeso gli ultimi 15/10 minuti in 5/6… avrei chiuso le fascia e facevo volare il pallone in tribuna o avrei fatto la confusione organizzata….questo credo sia il limite di chi non rinuncia mai alla propria filosofia di gioco… per il resto, solo applausi!!! Aggiungo… la Juve? Come sempre poteva essere l’anno buono! E poi complimenti al Siviglia, vincitore della sesta Europa League della sua storia. Su Mister Conte mi sono già espresso tante volte, ma questa volta il suo atteggiamento in campo e fuori merita veramente poche parole, il suo modo di stare in panchina è lontano anni luce dal mio modo di vedere.
Effettivamente il Bayern era la squadra più forte di questa edizione di Champions League, o perlomeno è stato il club che ci è arrivato meglio, sia fisicamente che psicologicamente, perciò complimenti davvero.
Ma di questo periodo mi rimane in testa la serie tv vista su Sky con la presentazione di Federico Buffa. “The class of ’92”: protagonisti i magnifici sei – David Beckham, Nicky Butt, Ryan Giggs, Paul Scholes, Gary e Phil Neville
La mentalità del lavoro, la non paura della sconfitta che piano piano si trasforma nel motore delle vittorie. E poi l’amicizia, l’esempio, il sostegno, il reciproco rispetto, la voglia di migliorarsi sempre. The Class Of ’92, è la storia del Manchester United che conquistò il Triplete nel 1999 e dei sei calciatori che vestirono quella maglia fin dal settore giovanile e che Sir Alex Ferguson inserì in prima squadra.
La classe del ’92 con più di 2 ore di intervista a David Beckham, Nicky Butt, Ryan Giggs, Paul Scholes, Phil e Gary Neville si raccontano con ricordi, storie, aneddoti, risate, curiosità e tanto altro. Il film è arricchito con contributi di Danny Boyle, Tony Blair, Zinedine Zidane e del bassista degli Stone Ross, Mani, che danno al film-documentario un impronta speciale, un modo di andare oltre il campo e di entrare negli anni Novanta anche dal punto di vista politico, sociale e artistico nella città di Manchester e in tutta l’Inghilterra.
Per chi ama il football, i suoi valori, per chi crede nel romanticismo e nei ragazzi, o per chi ha lavorato o lavora nel mondo giovanile, nei settori giovanili, per chi ha gioito per un gol, o per un gesto di riconoscenza, per chi ha dato tutto credendo in loro anche quando c’erano errori e problemi, per chi ha sofferto perchè la vita è stata dura con loro ecco, allora si che si potrà gioire per un tackle o per un dribbling o un tiro da 50 metri. The Class of ’92 è un documento imperdibile, vale per tutte le categorie, dai professionisti ai dilettanti, io mi sono emozionato a vederlo, a sentirli parlare, ridere, mentre bevevano una birra seduti a tavola, ho respirato l’amicizia vera, quella che ho sempre creduto sia alla base dei veri traguardi da raggiungere, ragazzi divenuti uomini sotto la sapiente regia di Alex Ferguson.
Ricordo benissimo quella finale, i tedeschi del Bayern stavano dominando questa finale, erano in vantaggio di una rete a zero, era tutto pronto per la festa bianco-rossa, si aspettava solo il triplice fischio finale… ma si sa il calcio è imprevedibile, a volte senza un cuore, e così dopo il gol di Basler al 6′ si arrivò oltre il 90’… mischia in area e gol di Sheringham al 91′, due minuti dopo ecco il calcio d’angolo di David Beckham e gol di Solskjaer al 93′. Il Manchester United che ri-vince la Champions League nella stagione 1998-99, a trent’anni di distanza dalla Coppa dei Campioni del ’68, risollevando i cuori della città colpita dal grave attentato dell’IRA del 15 giugno 1996 resterà nel cuore di molti. “Cose che succedono una volta sola” commenta Buffa, “e chi c’era, chi le ha viste, non potrà mai più dimenticarle”. Ad arbitrare quella partita al Camp Nou di Barcellona, c’era Pierluigi Collina.
Questa volta a vincere la Champions sono stati i bavaresi e un pò mi ha fatto piacere… perchè certi ricordi resistono ancora e anche il dolore.