…con la mano sul Cuore nel disastro della nostra Valle.
2 min read… difficile raccontare la sensazione che abbiamo provato in questi giorni, eravamo, ero pronto a ripartire con una semplice giornata di sport, di football, ero pronto a rivedere alcuni miei ex ragazzi correre in campo… ma poi la natura, il tempo è calato su di noi sotto forma di pioggia, una pioggia incessante, devastante, enorme, che tutto ha travolto. Solo chi ha vissuto un alluvione può capire il dramma vero, inarrestabile, che tutto porta via. Noi lo abbiamo vissuto nel 1996, ricordo l’acqua che cresceva dentro casa, che correva nei prati verdi, ricordo l’impotenza, l’arrendersi all’inevitabile disastro che ci stava raggiungendo. La natura si ribella, urla la sua rabbia, travolgendo tutto e tutti, non fa distinzione, all’uomo non resta che attendere che la forza passi, lasciando qua e là i resti del suo passaggio, è molto triste dopo, ti senti solo, senza difese, puoi solo sperare, chiedere aiuto, devi trovare la forza, una forza che arriverà piano piano, tarderà ad arrivare perchè sei ancora troppo scosso, ma arriverà.
Il mio pensiero in questi giorni va a chi sta attreversando questo momento, guardando le immagini di questo disastro provo tanta pena, il cuore #13 sobbalza tutte le volte al passaggio di un elicottero che sorvola le nostre teste, spero porti aiuti e salvezza a chi ne ha bisogno, chiunque sia. Volevo solo una partita da gioire, da assaporare, volevo solo stare con le persone, con la tribù del calcio, ma gli eventi ci hanno nuovamente fatto capire come siamo piccoli, infinitamente piccoli dinanzi alla vita, alla natura.
Le parole però non possono risolvere i problemi, e nemmeno queste poche righe scritte pensando a chi lassù in queste ore soffre e stà soffrendo magari in silenzio e solitudine, lontano dai riflettori, lontano dalla quotidianità che tanto servirebbe. Un grande abbraccio da parte mia, con l’augurio che presti arrivi la forza per ripartire.
Il giorno dopo la partita c’è stata, un leggero sole riscaldava il prato verde, ma non c’era la solita felicità nel gioco e nelle persone #28 che erano ancora con i pensieri su quella valle, su quelle montagne che guardandole dalla pianura infinita non ci sembravano così terribili, ma in fin dei conti loro che colpe hanno? nessuna, la natura è viva, si muove, siamo noi uomini a contaminarla, a modificarla, dovremmo tutti quanti impegnarci di più a rispettarla e ad onorarla nel miglior modo possibile, con il tempo forse lo capiremo… forse solo nelle gambe dei ragazzi si poteva sentire la spensieratezza, la felicità, si perchè in fondo un pallone da inseguire serve anche per portare lontano i brutti pensieri. Le persone, incrociando gli sguardi di chi conoscevo ad un certo punto sembravano lontani, assenti, e feriti, scossi, frastornati, era inevitabile, io lo avvertivo, lo sentivo, sarebbe stato bello arrivare dentro a quel dolore, portare un leggero vento di sollievo, anche solo per asciugare quelle lacrime invisibili.