29 Settembre 2024

Liberodicalciare

Spalti on the road

Alzi lo sguardo e vedi lui…e in un attimo ritorni bambino-ragazzo anche tu.

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Accidenti, stai camminando senza grossi pensieri in testa, poi all’improvviso arriva il ragazzino in bici e ti allunga un assist di quelli che non puoi tirarti indietro…“Ciao Mister, come va? Sai ho cambiato Società, anzi no a dire il vero ci sto ancora pensando, perchè sono indeciso tra due Società… e tu Mister? Non ti manca la partita?” Ma dico io… stavo camminando così tranquillo perso nei miei pensieri che questo piccolo teppista (bravissimo ragazzo) mi fa smuovere le budella, dico “Si ragazzo, mi manca, ma … ma … ma che ne so, e tu? Come mai vuoi cambiare? Voglio provare cose nuove, non mi andava più”. Ho capito dico, però devi pensarci bene, e i tuoi amici? restano?… alcuni sono andati via, siamo rimasti in pochi Mister, era bello quando c’eri tu! E porca miseria, adesso ci casco in pieno (malinconia acuta), lo so ragazzo, ci siamo divertiti tanto, “io giocavo poco però, avrei voluto giocare di più”… lo so, però quando sei stato chiamato in causa eri sempre pronto… ti ricordi cosa dicevo? “Si Mister, giocavo con i più grandi, ed era un pochino più difficile, ma l’importante è giocarli bene, quei minuti, perchè se lo farai aumenteranno sempre di più”. Ma mentre lo guardo, lo vedo fare una smorfia, (sembra ancora dubbioso), a me scappa un sorriso, sai, dico io… Scuola? tutto ok? e lui “si si si…nessun problema, e che con sto Virus ci annoiamo un pò “vabbè dai vedrai che passerà e si ritornerà alla normalità, papà, mamma stanno bene? “Si si, tutto ok”, lo guardo e sembra li in attesa della mia domanda, senti ma che Società sono? Me lo vuoi dire? Si si si… sono ecc ecc… ahhh ok capito, beh pensaci bene però, si si si Mister, sai una cosa? dimmi ragazzo… Le tue storie, quelle che ci raccontavi nello spogliatoio… mi chiedevo, “Ma erano vere? Tutte vere, mai raccontato una balla, te lo giuro ragazzo, ma perchè? “Perchè erano molto belle, interessanti, ci facevano sentire grandi”… ma io ero tranquillo, passeggiavo e questo piccolo teppista (bravissimo ragazzo) mi riporta indietro nel tempo e mi fa pensare troppo direi, accidenti troppo indietro, perchè? perchè io sono già dentro quelle mura, nel luogo dove si avverano storie meravigliose, drammi familiari, trionfi sportivi, tragedie, luogo dove iniziano amicizie che dureranno una vita, che poi verranno ricordate con tante risate o forse no… lui forse ha intuito che io me ne sto andando via, forse se ne accorge dal mio sguardo, lontano, perso, con i mille ricordi che affiorano nella mia mente, vengono a galla, spingono in una unica direzione…“lui si sta allontanando, lo saluto con un grido ciaooooo, si guarda attorno e ciaooo Mister”.

E adesso come faccio? la mia testa è travolta dai ricordi… “lo spogliatoio della squadra”, in questo momento mi viene in mente il libro che ho appena finito di leggere “Ma restiamo con i piedi per terra” di Andrea Masciaga, un racconto sul calcio dilettantistico, delle sane partite alla buona, di terza, seconda categoria, di amicizia, di sogni… e così ripenso alla mia piccola storia.

Per chi non c’è mai stato, entrare dentro uno spogliatoio vuol dire fare un viaggio pazzesco, 15-20 ragazzi che ti aspettano, che dipendono in gran parte da te, da come prepari l’allenamento e da come lo lancerai… si esatto, prima lo devi lanciare, da dove? da quelle mura… tu sei arrivato magari anzi sicuramente 1h prima, con il tuo collaboratore prepari il campo per i tuoi ragazzi, prepari gli esercizi, o i percorsi, poi li vedi arrivare, un pò per volta, scendono dalle macchine dei genitori, alcuni temporeggiano li fuori, magari aspettando che arrivi l’amico, altri si fiondano dentro, i genitori, alcuni sgommano via a tutta velocità altri ti cercano con lo sguardo per avere news, e poi arrivano i chiassosi, quelli che li senti a km di distanza, bang, borse giù dalle macchine e via, due urla dei genitori, ma loro sono già andati… poi arrivano i timidi, loro non fanno rumore, si muovono in punta di piedi, alzano il braccio come a dire ci siamo, poi ci sono quelli che stanno a metà strada, ovverosia, quelli che dipende con chi stanno, già… adesso arriva il bello, devi andare incontro a loro, al gruppo, magari stai pensando a come approcciarti questa sera… saranno attenti, distratti, avranno voglia di giocare?…vabbè tempo al tempo e si vedrà… magari stai pensando che qualcuno si porterà dietro i problemi di scuola o magari peggio di casa… e ti arriverà tutto addosso.

Due parole con i tuoi collaboratori, senti la loro opinione, chiedi consigli, anche per allargare le tue vedute, sensazioni… naturalmente senti le voci, sono chiassose, senti le risate…. poi entri tu, l’allenatore, siamo in tre adulti, scende un quasi totale silenzio, 22 ragazzi, o forse anche di più…non ricordo esattamente. Tu sai già in realtà dove andrai a parare, la tua attenzione è lunga, il tuo sguardo è direzionato elettronicamente verso il gruppetto chiassosi… mi metto a ridere anche io, mi siedo vicino a loro… i timidi lo sanno, loro sanno tutto, capiscono, rido e loro sono spiazzati, i loro sguardi sono spiazzati, mi avvicino a loro, due-tre battute, si guardano tra loro, avverto lo sguardo perso, le voci si abbassano, due spallate qua e la, tanto per sentirmi uno di loro, piano piano si vestono, si preparano, magari li spiazzo con due-tre domande trabocchetto, bene adesso ci siamo quasi, quelli che vivono a metà strada si adeguano, piano piano prendo possesso dello spogliatoio, i timidi ridono, loro hanno capito la mia tattica, adesso ci siamo. Se abbiamo giocato in Campionato facciamo un riepilogo con tutti, parliamo della partita di come è andata, delle cose buone e dei nostri sbagli, errori, cerchiamo tutti insieme di rimediare, analizziamo tatticamente e tecnicamente la partita, anche l’allenatore riflette sulle sue scelte, ma poi spiego anche che sono attimi, devi scegliere, come anche voi giocatori, in un attimo devi fare una scelta, meglio a destra o a sinistra? meglio passarla indietro o avanti? sono attimi… poi passo dai timidi, con loro c’è un approccio diverso, con calma mi siedo vicino a loro, “tutto a posto”? si Mister… adesso andiamo in campo e ci divertiamo “eh, si Mister”... detto a un volume così basso che faccio fatica a sentire… ma annuisco.

Già… ma io non alleno se prima non porto con me una storia, magari una storia di squadra o di giocatori, magari di calcio inglese, ma prima devo capire se ci siamo tutti, se siamo sul pezzo, sarà la serata giusta per spingere oppure è la serata da lasciamo stare?… magari è una storia che ci porta alla partita appena giocata oppure ci proietta sulla prossima gara da giocare… ho sempre avuto questo approccio, mi ha sempre regalato grandi soddisfazioni, se arrivano ai ragazzi stai sicuro che in campo daranno quel qualcosa in più, è sempre stato così… come quella volta che… lasciamo perdere quella è un’altra storia. Si questa sera posso raccontare la storia, magari poi potranno anche fare una ricerca (già sento le lamentele dei genitori) basta poco, lo avverti subito, ci siamo, posso raccontare e lasciarmi andare, sia chiaro, non stiamo perdendo tempo, ci stiamo allenando con la mente, il cervello lavora, si interroga, avverto la curiosità, ci siamo, sabato giocheranno alla grande, arrivano le prime domande, li vedo chiacchierare tra loro, sento alcuni commenti, ci siamo, avverto la serata giusta, sabato saranno dei leoni, altro che dolorini, questa sera possiamo spingere perchè il gruppo c’è…

Bert Trautmann – Dalla gioventù hitleriana alla finale della FA Cup

Bene, adesso siamo pronti, i genitori che si erano fermati per guardare l’allenamento sono incuriositi dal ritardo, chissà cosa penseranno… magari il Mister li sta tartassando, magari esagera…. saranno i ragazzi a raccontare, non c’è fretta. Una volta in campo i percorsi portano i chiassosi a giocare con i timidi, il gruppo di mezza strada si perde un pò di qua un pò di la… tutto gira bene, i miei fantastici collaboratori seguono i ragazzi, danno loro i giusti consigli, e io? io mi godo lo spettacolo… si era proprio bello stare li nel mezzo, acceleriamo perchè stasera ci siamo, spingiamo alla grande, non c’è stanchezza nelle loro gambe, anzi, vogliono ancora restare in campo, i fari illuminano poco il terreno da gioco, mi chiedo… ma ci siamo ancora tutti? si si Mister, giochiamo ancora qualche minuto, non vedi, mordono il campo, si ma non li vedo tutti, contali un pò Ugo… lui ride perchè ha capito la mia battuta, si si dai Mister…

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