29 Settembre 2024

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Spalti on the road

Archibald Leitch, l’ingegnere del football moderno

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Archibald Leitch nato a Glasgow il 27 aprile 1865 non è mai stato un calciatore, non ha mai realizzato un gol, probabilmente non ha mai indossato una maglia da gioco, non ha mai scritto le regole del nuovo gioco, già… chissà però perché per tanti è una figura importante del calcio moderno, già… un ingegnere, si avete letto bene, Archibald è un ingegnere che ha letteralmente rivoluzionato, influenzato la tipologia dell’architettura dello stadio del football contemporaneo.

I suoi lavori erano principalmente indirizzati verso l’edilizia civile, la sua strada era la costruzione di ponti, ferrovie, stazioni e fabbriche industriali, il nostro ingegnere ebbe l’intuizione di intravedere la possibilità di adattare i suoi progetti alla realizzazione dei nuovi stadi britannici. Nei primi anni del Novecento diede forma, vita a impianti che resteranno delle vere icone nel mondo sportivo. Le sue forme e la cura nei dettagli lo renderanno il maestro del football.

La sua prima grande idea e capire e studiare “l’angolo di visuale”. Capire la pendenza delle gradinate, rendere unico e perfetto la visuale della partita da ogni angolo dell’impianto. Studia anche le dimensioni dei gradoni stessi. Il suo studio è completo da ogni punto di vista, in primis la sicurezza, studia e immagina le “prime vie di fuga”, niente è lasciato al caso. Ma il nostro amico ingegnere vuole ancora qualcosa in più, e così studia e personalizza all’interno e all’esterno di ogni impianto un tocco magico, una firma, una facciata che rappresenti l’architettura del periodo.

Archibald Leitch ottiene il suo primo lavoro-incarico nella sua Glasgow nel 1899, in collaborazione con la ditta Clyde Structural Iron Company progetta e realizza lo stadio Ibrox, casa dei Rangers, di cui è anche tifoso. Lo stadio è composto da una tribuna coperta e gradinate in legno. Siamo agli inizi, e l’ingegnere si rende subito conto che il legno non è un materiale così robusto per questi impianti, e così il 5 aprile 1902, durante la partita Scozia-Inghilterra una delle tribune crolla su se stessa provocando la morte di 25 persone, Leitch toccato da questa grande disgrazia si vede costretto a rimodificare ancora di più l’idea stessa di sicurezza.

Studia ancora più a fondo i suoi lavori realizzati nell’edilizia industriale, ripercorre i suoi progetti e decide di riprenderli e adattarli al mondo sportivo, intuisce che gli impianti devono avere delle solide fondamenta, le gradinate devono avere delle misure specifiche, e che il carico deve essere distribuito in maniera uniforme sull’intero asso portante, infine non per ultimo crea le barriere anti-schiacciamento per salvaguardare l’incolumità delle persone.

Ecco che inizia la vera rivoluzione sportiva. Archibald Leitch decide che ogni spettatore ha bisogno di un suo spazio, uno spazio vitale, nessuno prima di allora aveva mai pensato a questo spazio, in termini ufficiali si parla per la prima volta di 40 centimetri. Ad oggi sono pochi di più, perciò questa è stata la sua prima grande intuizione e siamo ai primi anni del 900.

Il nostro ingegnere diventa così il punto fermo e di riferimento nella progettazione di stadi britannici, sono tanti a chiedere la sua collaborazione, i pali di sostegno delle tribune così tanto affascinanti e così tanto disturbatori delle partite che sono come una parte integrale tra pubblico e struttura, senza dimenticare la firma su ogni impianto, come ad esempio a Liverpool nel suo Anfield, oppure al Craven Cottage del Fulham, come anche il triangolo decorato in ferro battuto, a Hillsborough. All’esterno le facciate decorate rappresentano il biglietto da visita degli stadi con cornici in stile Vittoriano ed Edoardiano.

Verso la metà del 900 il calcio diventa sempre di più un movimento sportivo della gente, le tribune vengono prese d’assalto, il muro umano ondeggia al ritmo dei gol, gli impianti sono messi a dura prova, e qualcosa comincia a inclinarsi sia nelle strutture che nell’anima della gente, il fenomeno Hooligans è alle porte, gli scontri, le fughe, le corse verso la salvezza creano un grande disagio negli stadi del nostro ingegnere.

Archibald Leitch muore il 25 aprile 1939, le sue idee sono messe a dura prova, i suoi gradoni e le sue tribune provano a lottare, a resistere, sono dei guerrieri in battaglia, una battaglia che si fa sempre più ardua. Il calcio sta cambiando, le divisioni sociali, politiche anche. Nel 1971 arriva la tragedia con i 66 morti di Ibrox, l’incendio del Valley Parade, a Bradford, nel 1985, sempre in quell’anno la tragedia dell’ Hyesel, il disastro di Hillsborough, a Sheffield nel 1989. Il calcio cambia, la gente è cambiata, gli impianti non riescono più a stare al passo con i tempi, ma le idee, i principi del nostro ingegnere vengono ripresi e adattati ai tempi, non c’è nessuna rivoluzione da fare, la base esiste da molto tempo, le modifiche saranno adattate al gioco e alle esigenze del nuovo che avanza.

La tecnologia fa il suo ingresso nel nuovo che avanza, arrivano nuovi materiali e nuove soluzioni, i media, le tv e le radio arrivano sui campi, i controlli vengono oltre che eseguiti all’interno portate anche all’esterno. Arrivano i primi posti a sedere, il pubblico viene indirizzato, viene registrato, tutto molto freddo, una cosa però sopravvive ed è l’angolo di visuale del nostro magico ingegnere.

Ho avuto la fortuna di vivere alcuni di questi impianti e una volta dentro ho sempre sentito una forza vitale importante come se gli impianti fossero vivi, che giocassero con noi tifosi, che si divertissero con noi tifosi. Il Villa Park di Birmingham, il Goodison Park di Liverpool, e soprattutto il Craven Cottage a Londra sono ancora i suoi figli, le sue creature, si vede la sua firma, le sue idee sopravvivono, e regalano ancora mille emozioni, proprio quelle che ho provato io da visitatore neutrale e appassionato di football inglese.

Grazie Ingegnere Archibald Leitch

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