29 Novembre 2024

Liberodicalciare

Spalti on the road

La tribù del Football

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Qualche giorno fa una persona che ho incontrato sul lavoro mi ha chiesto “…cosa si prova ad andare a vedere un match in Inghilterra”. Già, cosa si prova? e come faccio a raccontarlo? come faccio a raccontare tutta la mia gioia in terra inglese? Non è solo una questione di partita, la partita inizia appena sali sull’aereo con destinazione quasi sempre per Stansted Airport, dico quasi sempre perchè a volte si osa andare anche in altre città, come ad esempio Liverpool, Birmingham e altre … ma di queste città ne parleremo in un’altra occasione, adesso concentriamoci su Londra. Ebbene si, una volta in volo, la tua mente corre veloce, la tua mente vola lontano, senti che stai cominciando a dimenticare tutto il tuo presente per entrare in un’altra dimensione, sei realista e sai che tutto questo durerà circa 24,36,48 ore, perciò non ti fermi, ti lasci cullare e inizi un volo che ti porterà ad essere realmente quello che sei, ti lasci cadere i vestiti e la pelle di tutti i giorni, non ti senti ridicolo per niente, sei solo te stesso, tu e i tuoi sogni, desideri, ambizioni anche, perchè la tua mente, il tuo corpo volano in una sola direzione. Tutto questo è bellissimo, perchè se sai ascoltare e osservare, magari mentre sei su un treno, ti accorgerai che non sei solo, ma che fai parte di una tribù, la tribù del calcio, uomini, ragazzi, donne, bambini, nonni, mamme, tutti ne fanno parte, alcuni hanno i colori d’appartenenza, altri no, ma li riconosci subito, hanno sguardi diversi, si guardano in giro, osservano, cercano di capire anche loro se ci sono altre Tribù, io adoro questi momenti, ne faccio parte, appena sale o scende qualcuno lo riconosco subito, eccone uno dei nostri mi dico, è la gente del Football, gente che si rifugia nel football dopo una settimana di lavoro e di stress da City, per loro arriverà prima il Pub, gli amici, e poi il prato verde, o meglio le gradinate, ma prima c’è il Pub, basta guardare per capire, le risate, le pacche sulle spalle, gli abbracci…è la Tribù del calcio, un grande insieme di pensieri e di amore. A me piace muovermi in punta di piedi, mi sono sempre sentito un ospite, non ho mai avuto problemi, mi hanno sempre accolto con rispetto, il mio amico Andy, mi ha portato in giro, in un quartiere non facile, il suo quartiere, con orgoglio mi ha raccontato la sua storia, e la storia della sua famiglia, mi ha raccontato le sue difficoltà, mi ha presentato la sua compagna, suo figlio, mi ha fatto incontrare i giocatori del West Ham, mi ha fatto sentire a casa. Amo il calcio inglese, perchè amo tutto il suo insieme, la sua tradizione, spiegare cosa si prova ad assistere a un match della Premier League in poche parole è difficile, si rischia di rovinare il volo, e come raccontare una gita meravigliosa in montagna e sentirsi dire “ma sono solo un mucchio di sassi”… per capire il vero senso di una trasferta devi viverla, con gioia, non devi cercare, se sei fortunato ti arriverà in maniera naturale, non devi chiedere nulla, niente vittoria, niente gol, devi ascoltare, immaginare, devi scendere in campo, devi volare sulle stand, devi lasciarti cullare dal tempo, vedrai che sarà meraviglioso, devi correre, devi assaggiare gli odori del campo e del fuori campo, devi prenderti il Match Programme, e passare allo shop del Club, devi prenderti una buona Guinness (la mia preferita), devi passare la notte in giro per la City, stanco ma felice, devi capire come tornare all’aeroporto, magari bagnato fradicio, infreddolito, sperando che il biglietto aereo sia ancora intatto, e soprattutto devi esser sicuro che i tuoi regalini ci siano ancora tutti, poi una volta in aeroporto, sai che il più e fatto, ti rilassi e saluti Londra con la tipica English breakfast composta da fagioli, salsicce, pancetta, uova, funghi, patate fritte e pane tostato. Naturalmente il tutto deve essere accompagnato da una tazza di tè con latte…o caffè.

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