29 Settembre 2024

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Spalti on the road

29 Maggio 1985; Heysel, la tragedia e il dolore infinito.

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La tragedia dello stadio di Heysel

Il 29 maggio 1985 Heysel. Mi ricordo tutto di quella serata, ero al bar con gli amici, e stavamo ridendo per i vari pronostici sulla partita, altri amici che giocavano a calcio con noi erano andati in trasferta, una lunga trasferta, chi in macchina, chi in pullman. Poi le prime notizie, alla tv si parlava di piccoli incidenti, di tifoserie che erano venuti a contatto, di tafferugli in una stessa curva, piano piano si veniva a conoscenza che nella stessa curva erano divisi da una leggera griglia i tifosi delle due squadre. Dall’altra parte ci sono i tifosi bianconeri più caldi, mentre nel settore riservato ai tifosi inglesi c’è uno spicchio, il settore Z che incredibilmento e riservato ai tifosi juventini, prevalentemente sono famiglie, la pressione inglese aumenta sempre di più fino a sfondare la ridicola rete che divide i due settori, il contatto è inevitabile, il caos prende il sopravvento, i cancelli sono chiusi, ai tifosi bianconeri non resta che indietreggiare e finire contro il muro che delimita la curva, e qua inizia il dramma, gente ammassata in pochissimo spazio, alcuni ragazzi cadono e vengono travolti dalla folla, la polizia non interviene, forse nemmeno la tifoseria dei reds non si rende conto del dramma.

29 maggio 1985, la tragedia dell'Heysel | Foto - Sportmediaset
Settore Z

L’organizzazione e la gestione della finale e nelle mani dell’Uefa, la disposizione dei tifosi all’interno dello stadio è gestita male. Ai tifosi italiani, in netta predominanza, sono garantiti i settori M, N e O, a Sud-Est dell’impianto, mentre agli inglesi le zone X e Y, nella curva opposta.  Il problema e a chi destinare il rimanente settore Z… ‘”chicken wires’, ovverosia la ‘reti per polli’… L’UEFA sceglie di destinare il settore ai tifosi neutrali, ovvero a quelli in possesso del biglietto di entrambe le tifoserie che non appartengono a gruppi organizzati. Ad accapparrarsi la maggior parte dei biglietti sono i tifosi della Juventus. Questa scelta è contestata da entrambe le società, che temono non ci sia il giusto margine di sicurezza fra tifosi di fede calcistica opposta. Ma per gli organizzatori non ci sono motivi per cambiare la loro destinazione.

Il contatto avviene, le proporzioni sono tragiche, la tifoseria del Liverpool invade il settore Z… e da qui inizia il dramma…

“La folla cominciò a spingere. I tifosi inglesi saltarono la rete, superarono senza tanti problemi il cordone di polizia, invasero il settore Z e solo pochi tifosi juventini affrontarono questa orda barbara. La maggior parte, migliaia di persone, cominciò ad indietreggiare verso di noi e la pressione si faceva sempre più forte. In un batter d’occhio persi tre membri del mio gruppetto e rimasi solo con un altro ragazzo. Ci ritrovammo a ridosso di quel maledetto muro e con grande fatica riuscii a salirci sopra e a saltare giù, sotto di me c’erano 4-5 metri di vuoto. Non so nemmeno se la decisione di saltare la presi io o se fu la spinta di quella moltitudine di persone a farmi volare in basso. Anche il mio amico saltò ma si fece male ad un piede; nulla di grave per fortuna rispetto a quello che capitò a centinaia di altri tifosi”.

I tifosi che occupano il settore Z cercano vie di fuga, che non ci sono, i cancelli di uscita sono chiusi, mentre chi prova a raggiungere il terreno di gioco è preso a manganellate dalla polizia. I tifosi italiani si ammassano nell’angolo più lontano e basso del Settore Z, schiacciati l’uno sull’altro contro il muro le urla, le mani protese alla ricerca di un aiuto, le lacrime, la morte resteranno per sempre impresse su chi le ha vissute, su chi ha perso un amico, un familiare, il proprio figlio, mai più grideranno l’UEFA e tutto il mondo del calcio, ma purtroppo non sarà così.

Nella tragedia moriranno 39 tifosi, di cui 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 nordirlandese, mentre i feriti saranno tantissimi.

All’interno dello stadio, negli spogliatoi, tra i giocatori non c’è consapevolezza di quanto avvenuto. Si capisce che è successo qualcosa di grave ma non si sa esattamente cosa. Per motivi di ordine pubblico si decide di far giocare la partita. Il fischio d’ìnizio viene rinviato di un’ora e 25 minuti… o forse è soltanto che lo spettacolo deve continuare, il dramma dentro il dramma, non oso pensare con che stato d’animo uno potesse guardare la partita sapendo il dramma successo… io non ci credo che nessuno sapeva, che le autorità calcistiche non sapessero, che si doveva andare avanti… la morte in mezzo a noi, lo sport si doveva fermare, punto.

35 anni fa la strage dell'Heysel, il giorno più nero della storia del  calcio - Eurosport
Settore Z
Reduci Heysel F

Io non ci credo che nessuno si sia reso conto del dramma, basta vedere le immagini, ma come, nessuno in tribuna tra le autorità vedeva? Non ci credo, hanno voluto e scritto una pagina vergognosa del calcio, le due squadre non volevano scendere in campo? Per me bastava questo, nessuna autorità avrebbe potuto spingere i giocatori in campo… ci voleva rispetto, quel giorno ci voleva rispetto. La partita viene giocata, vince la Juve per 1-0, gol di Boniek… alcune tv prendono decisioni diverse: la tedesca ‘ZDF’ si rifiuta di trasmettere la gara, mentre la tv austriaca, la ORF, interrompe la telecronaca e manda in onda un’eloquente scritta:

“Questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva, ma una manifestazione volta a evitare massacri”.

Bruno Pizzul è in difficoltà quando su Rai Due prende la linea prima dell’inizio prestabilito del match. Le immagini sono infatti volutamente oscurate e non si capisce il perché. Lui ne attribuisce il motivo a cause tecniche, ma poco dopo al TG1 scorrono le immagini della tragedia. Anche il giornalista viene informato sulla tragedia.

“Io vi posso solo dire che purtroppo debbo confermare l’esistenza di alcuni morti, di cui peraltro non conosco, sottolineo, non conosco la nazionalità”.

“Gentili telespettatori, la partita verrà commentata in tono il più neutro, impersonale e asettico possibile”.

Bruno Pizzul;

“Uno dei momenti di maggior difficoltà di carattere personale – racconterà il telecronista anni dopo – l’ho affrontato quando un paio di ragazzi, che erano nella curva Z, vennero vicino a me. Mi chiesero di far dire al microfono alla loro mamma che erano vivi. Io ebbi alcune difficoltà, ma alla fine decisi di non farlo. Immediatamente pensai alle migliaia di altre mamme in Italia, che non avrebbero sentito il proprio figlio e all’angoscia che avrebbero provato”.
Heysel, tragedia allo stadio il 29 maggio 1985: il ricordo di chi c'era -  Corriere.it

Abbiamo cercato di entrare in campo con la consapevolezza di dover fare una vera partita di calcio, – dirà Cabrini – ma sapevamo che non era la serata che poteva e doveva incoronare la squadra regina d’Europa”.

“Era impossibile rifiutarsi di giocare, – dirà Marco Tardelli – ma non dovevamo andare a festeggiare, l’abbiamo fatto e sinceramente chiedo scusa”.

Il processo per i fatti dell’Hyesel

“Per i fatti avvenuti il 29 maggio 1985 finirono sotto processo 25 hooligans, oltre ad Albert Roosens, il capo della federcalcio belga, e i due responsabili dell’ordine pubblico di quella serata. Il processo si concluse con brevi condanne con la condizionale a 14 hooligans, mentre l’UEFA, lo Stato e la Federazione belga furono condannati a risarcire le famiglie delle vittime. La responsabilità della strage fu attribuita inizialmente esclusivamente ai tifosi del Liverpool e al loro comportamento, soltanto in un secondo tempo, grazie alla tenacia di Otello Lorentini, papà di una delle vittime, anche l’UEFA è stata condannata per le sue responsabilità: il segretario generale Hans Bangerter si prese infatti 3 mesi con la condizionale.  Ma i risarcimenti ricevuti dalle famiglie delle vittime e dei feriti saranno molto inferiori alle promesse, come riportato da ‘saladellamemoriaheysel.it’, e varieranno fra i 14 e i 400 milioni di Lire”. 

L’UEFA decise di escludere per 5 anni (6 per il Liverpool) le squadre inglesi dalle competizioni europee, su richiesta arrivata dallo stesso governo britannico, allora presieduto da Margaret Thatcher. La Juventus è punita con 2 turni a porte chiuse e la Federcalcio belga è inibita per 10 anni dall’ospitare una finale internazionale.

Nel 1985 in seguito alla tragedia, viene studiata la Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive. Ma ci vorrà la tragedia di Hillsborough a Sheffield nel 1989 per inesrire norme di sicurezza più severe negli stadi e cambiare la struttura stessa degli impianti sportivi. 

Strage dell'Heysel - Wikipedia
Memoriale delle vittime dello stadio Hyesel

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